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Uva ursina: un’amica contro la cistite

UVA URSINA: UN’AMICA SINCERA

Se nel mese di settembre vi trovaste a passare in un sottobosco alpino, soffermatevi a osservare quei piccoli arbusti striscianti carichi di bacche rosse. Foglie lucide e ovali che a inizio autunno si colorano di un rosso acceso, dando una calda tonalità alla montagna: è l’uva ursina. Se, invece, l’aveste incontrata in primavera, l’avreste riconosciuta dai suoi fiori, più piccoli di un centimetro, con petali bianchi orlati di rosa: una pianta che colpisce per la sua “femminilità”. Poi, con l’estate, ecco i frutti, bacche rosso scuro dal gusto amarognolo, Arctostaphylos uva ursi, dal greco arctos, orso, e staphyle, uva, con allusione al nome volgare, uva ursina, perché le sue bacche sono molto gradite dagli orsi. Lo dice una leggenda medievale: un eremita, inseguito da un orso affamato, trovò rifugio in una grotta davanti alla quale si stendeva un tappeto di uva ursina carica di invitanti bacche alle quali l’orso non poté resistere, dimenticandosi del monaco. La leggenda dice ancora che, da allora, l’orso divenne mansueto e domestico. Liberi di crederci. Ma il vero miracolo di questa pianta è nella sua benefica azione antinfiammatoria e antisettica, che si manifesta a livello delle vie urinarie. Già conosciuta nella medicina popolare, oggi sostenuta da studi rigorosi e risultati terapeutici conclamati, l’uva ursina è, di fatto, il rimedio naturale più efficace e utilizzato nella cistite acuta e recidivante, nelle uretriti e colobacillosi. La cistite, fastidiosa e ricorrente sintomatologia, oltre a rendere difficile lo svolgere di ogni attività, nasconde insidie ben più pericolose se è trascurata. E l’uva ursina ben risponde a questa patologia femminile, alleviandone i disturbi nella fase acuta. Riconoscere i sintomi della cistite è importante per un intervento tempestivo: difficoltà nell’emissione dell’urina, con dolore e bruciore che persiste anche dopo la fine della minzione; dolore sovrapubico accompagnato dalla sensazione di non aver svuotato completamente la vescica; bisogno continuo di urinare; talvolta tracce di sangue nell’urina. Questi sintomi possono essere presenti tutti o in parte e possono accompagnarsi a torbidità delle urine con odore sgradevole. La soluzione alla cistite non è solo nel farmaco, di qualunque origine esso sia, ma in un’azione simultanea tra l’indagine microbica (antibiogramma), regole di vita e uso del rimedio più idoneo. Perché sono principalmente colpite le donne? Esiste una predisposizione ad acquisire l’infezione, dovuta alla diversa conformazione anatomica dell’ultimo tratto escretore nella donna rispetto all’uomo, l’uretra. La brevità dell’uretra femminile che misura circa 3-4 cm e la vicinanza della vagina al retto costituiscono fattori di maggior rischio delle infezioni delle vie urinarie nella donna: i batteri provenienti dall’intestino possono raggiungere il condotto uretrale e da qui risalire in vescica. La colonizzazione è favorita dalle secrezioni. Un sano ambiente vaginale rappresenta la prima linea di difesa alla risalita dei batteri. In condizioni normali in vagina sono presenti microrganismi (lattobacilli) che ostacolano la crescita degli altri batteri nocivi. Il rispetto dell’ambiente vaginale rappresenta la premessa indispensabile in un percorso di prevenzione delle infezioni urinarie. Fattori di rischio: cattiva igiene, rapporti sessuali non protetti, uso di tamponi vaginali durante il ciclo mestruale, uso di detergenti intimi non specifici, irregolarità alimentari, scarso apporto di liquidi. Tutto ciò aumenta le probabilità di recidive e reinfezioni. Ai primi sintomi, dunque, uva ursina da utilizzare in fase acuta poiché determina un’azione antisettica molto attiva sul germe più frequentemente responsabile della cistite: Escherichia coli, attenuando lo stimolo continuo alla minzione e il dolore. L’azione specifica è dovuta alla presenza del suo principio attivo più importante, l’arbutina, che, una volta assimilata e trasformata, viene eliminata dalle vie urinarie. Nel passaggio svolge la sua attività benefica, dando la massima azione antibatterica già dopo 3-4 ore dall’assunzione. È anche necessario alcalinizzare le urine con prodotti specifici e ripristinare la flora batterica. Per avere risposte efficaci e sicure si deve utilizzare uva ursina col giusto titolo di arbutina. Se si agisce per tempo, si può evitare un trattamento antibiotico; ma, se non si ottenessero miglioramenti sintomatici evidenti dopo 7 giorni di trattamento, l’antibiotico specifico sarà d’obbligo e, mi raccomando, dietro prescrizione medica.

Fonte:Sapere Salute 78

 

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